7 maggio 2009

acqua, malto d'orzo, gritz di mais , luppolo

Si chiama Menabrea, ed è un piacere sorseggiarla ,come adesso, poco prima di cena, quando l'avvicinarsi del solstizio regala ogni giorno un po' di luce in più.
Da sola, nella tranquillità di casa, con la mente eccessivamente bombardata dalle mille informazioni quotidiane.
Che non lo so cosa farò dopo la laurea, non so nemmeno quando e come arriverà quell'inutile pezzo di carta.
Che non so nemmeno cosa farò quest'estate e un po' non lo voglio sapere, perchè implica un altro genere di risposte.
So che sto leggendo In ogni caso nessun rimorso di Cacucci, che voglio scrivere , lasciarmi andare , lasciarmi stare.
Che dovevo tatuarmi una piuma su questi piedi malconci ed invece li ho lasciati ancora a terra per ora.
Che la mia incontinenza ha bisogno d'altri continenti, d'altri lidi, d'altri fogli.
Altre storie dovranno esser raccontate per combatter questa ,che l'informazione per sua natura è d'opposizione: porsi di fronte agli eventi , al potere, per raccontarli e con le parole de-finirli, de-limitarli.
de limite.
Discuto di confini proprio perchè non ne voglio.
Santé!

1 commento:

  1. essendo astemio dovrò combattere una dura battaglia tra la mia curiosità e la mia forza di volontà. deve comunque avere un gusto particolare se davvero riesce a farti analizzare la situazione con tanta chiarezza madame.

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